Vivendo il sogno americano in Italia, nel 1954
Article translated from the English by Giorgio Caló.
Ho bevuto per la prima volta il Mjère Rosso nella città costiera di Gallipoli, in Italia. Situata su una piccola isola fortificata, a Gallipoli servono degli ottimi aperitivi. Ogni serata estiva, i locali preparano i loro divani, sedie e tavoli lungo le mura fortificate e servono un buffet di cibo locale. Io e la mia ragazza volevamo trovare un divanetto bianco tra i vari tettucci e cactus, ordinando vino e guardando il tramonto.
Quella sera abbiamo ordinato un litro di vino locale, ma il ristorante aveva aperto recentemente e non ne aveva. In alternativa, il cameriere versò una bottiglia e un terzo di Mjère Rosso in una caraffa da un litro. Ci fece pagare quasi niente, fino al punto di dire: “Questo è un vino davvero buono”. Scuro, corposo, ricco, secco, era delizioso. Quando abbiamo chiesto di vedere l’etichetta, il cameriere l’ha attaccata sulla caraffa usando la condensazione come colla.
Dopo aver vissuto in Italia per un anno e mezzo, la mia prima tappa era andare a trovare mia sorella a Boston. Lei gestiva la panetteria al Ristorante Sportello e, con mia sorpresa, versava Mjère. Ho scritto un articolo a riguardo e Giorgio Calò, la terza generazione della famiglia Calò, mi ha contattato. Col tempo siamo diventati amici, e ha condiviso la storia della sua famiglia, una storia ricca di fortuna e di dolore.
Storicamente, la Puglia è stata una delle regioni più povere d’Europa. Giorgio mi ha detto che suo nonno, Michele, aveva dovuto lasciare la Puglia per lavorare in una miniera di carbone al confine tra Francia e Belgio. Era il 1947, e Michele aveva circa vent’anni., e il suo sogno era di aprire una cantina. Michele perseverò e, dopo oltre cinque anni di duro lavoro, realizzò il suo sogno: aprì l’azienda Michele Calò & Figli, a Tuglie, vicino a Gallipoli.
La Puglia è sempre stata una terra piena di vino, e Michele sapeva che non poteva trovare la sua fortuna a livello locale. I tempi erano duri in Puglia, e la gente si spostava verso il Nord per trovare lavoro. Era il periodo post-Seconda Guerra Mondiale, noto come Miracolo Economico, e molte fabbriche stavano aprendo nel Nord Italia, da Fiat a Ferrari, fino alle grandi fabbriche di vestiti di alta moda e scarpe. La professione di muratore era molto comune tra le persone Pugliesi. Michele pensava di vendere il suo vino nel Nord Italia e, per la seconda volta nella sua vita, lasciò la sua casa con quasi niente.
All’inizio, vendeva il suo vino direttamente alle persone, senza intermediari. Dato che il vino era buono, e dato che molti pugliesi che si erano trasferiti volevano sentirsi a casa, il suo vino fu un successo, e iniziava ad essere richiesto anche nelle enoteche. Questo periodo continuava e la famiglia acquistò casa ad Arluno, una cittadina alle porte di Milano, aprendo un punto vendita. Era circa il 1957, e non essendoci gli aerei, posso solo immaginare i lunghi viaggi su strade dissestate con serbatoi di vino.
Quando arrivò il momento del papà di Giorgio, Fernando, e dello zio, Giovanni, essi entrarono nell’azienda di famiglia e nel 1972 ci fu il primo imbottigliamento. Michele aveva sempre fatto vino con vitigni autoctoni della Puglia, Primitivo, Negroamaro, Malvasia Nera, Verdeca. Nel 2010, ho messo il loro Mjère Rosato 2009 in cima alla lista dei migliori 5 Rosati della Puglia. Ha una buona acidità, che gli dà struttura e dolci aromi di melograno che ho trovato inseparabili con i miei ricordi di giri in bicicletta nella campagna pugliese, fermandosi a raccogliere melograni lungo la strada.
Giorgio è nato ad Arluno, trascorrendo le sue vacanze in Puglia. Recentemente si sta interessando all’azienda di famiglia, ma senza ricevere alcuna spinta da nessuno. Suo papà trascorre circa tre mesi all’anno in cantina e Giorgio lo aiuta quando ne ha bisogno. “Mi piace gestire rapporti con le persone e la vinificazione”, mi ha detto. Non sapevo, prima di andare a trovarlo ad Arluno, che aveva 18 anni.
Quando siamo arrivati, Giorgio ha accolto la mia ragazza, il mio amico Paolo, e me con una degustazione delle annate recenti. Poi è arrivato il papà di Giorgio e abbiamo parlato un po’ in Italiano e un po’ in Inglese. (Nella Foto: Fernando, Io, e Giorgio nella loro enoteca fuori Milano).
Oggi, Mjère Rosso è comune, negli USA, quasi come in Puglia. A Portland, Oregon, sommelier locali e ristoranti rinomati, come Le Pigeon, Nostrana, Oven & Shaker, lo servono al bicchiere, ma è venduto anche nelle enoteche, come Pastaworks.
Il mese scorso, Michele Calò è morto all’età di 84 anni. Aveva cominciato con nulla e ha lasciato il mondo con dei nipoti e una cantina conosciuta a livello internazionale. In Italia, i tempi sono ancora duri, non solo in Puglia, ovunque. Il turismo è in ritardo ed è diffusa la corruzione. Giorgio potrebbe lavorare nell’azienda di famiglia, se lo desidera. Questo significa che possiamo sentire e degustare le tradizioni della famiglia in ogni sorso del loro vino.
Valutazione Mjère Rosso 2008 – Michele Calò & Figli
Voto: 97
Prezzo: $16 (€ 12,00 circa)
Uve: 100% Negroamaro
Dove acquistare: Pastaworks (Hawthorne Blvd)
Breve Recensione: Un grande valore, con la complessità di un vino più invecchiato (più invecchiato del 2008, che è) e la qualità di un vino da $30-$40 della Napa Valley (California).
Secco e corposo, naso di frutti neri, un po’ di vaniglia e rosmarino. Al palato, la frutta si sente, ma è contenuta, e l’effetto finale è di un vino ben equilibrato, con acidità e tannini abbastanza da renderlo un vino ben abbinabile con il cibo. Ho sentito legno di cedro e lavanda, con note di ciliegia secca e chiodi di garofano nel finale. Il vino è morbido, tranne nel finale, che ha una buona amarezza, ed è maturo (pronto da bere adesso). La prima bottiglia che ho acquistato sapeva di tappo e l’ho restituita. Consiglio vivamente di farlo decantare due ore prima di berlo. Dopo aver bevuto questa deliziosa bottiglia, ho dovuto scuotere la mia testa per un prezzo così basso. Questo è tutto riguardo al vino pugliese.
Ho bevuto per la prima volta il Mjère Rosso nella città costiera di Gallipoli, in Italia. Situata su una piccola isola fortificata, a Gallipoli servono degli ottimi aperitivi. Ogni serata estiva, i locali preparano i loro divani, sedie e tavoli lungo le mura fortificate e servono un buffet di cibo locale. Io e la mia ragazza volevamo trovare un divanetto bianco tra i vari tettucci e cactus, ordinando vino e guardando il tramonto.
Quella sera abbiamo ordinato un litro di vino locale, ma il ristorante aveva aperto recentemente e non ne aveva. In alternativa, il cameriere versò una bottiglia e un terzo di Mjère Rosso in una caraffa da un litro. Ci fece pagare quasi niente, fino al punto di dire: “Questo è un vino davvero buono”. Scuro, corposo, ricco, secco, era delizioso. Quando abbiamo chiesto di vedere l’etichetta, il cameriere l’ha attaccata sulla caraffa usando la condensazione come colla.
Dopo aver vissuto in Italia per un anno e mezzo, la mia prima tappa era andare a trovare mia sorella a Boston. Lei gestiva la panetteria al Ristorante Sportello e, con mia sorpresa, versava Mjère. Ho scritto un articolo a riguardo e Giorgio Calò, la terza generazione della famiglia Calò, mi ha contattato. Col tempo siamo diventati amici, e ha condiviso la storia della sua famiglia, una storia ricca di fortuna e di dolore.
Storicamente, la Puglia è stata una delle regioni più povere d’Europa. Giorgio mi ha detto che suo nonno, Michele, aveva dovuto lasciare la Puglia per lavorare in una miniera di carbone al confine tra Francia e Belgio. Era il 1947, e Michele aveva circa vent’anni., e il suo sogno era di aprire una cantina. Michele perseverò e, dopo oltre cinque anni di duro lavoro, realizzò il suo sogno: aprì l’azienda Michele Calò & Figli, a Tuglie, vicino a Gallipoli.
La Puglia è sempre stata una terra piena di vino, e Michele sapeva che non poteva trovare la sua fortuna a livello locale. I tempi erano duri in Puglia, e la gente si spostava verso il Nord per trovare lavoro. Era il periodo post-Seconda Guerra Mondiale, noto come Miracolo Economico, e molte fabbriche stavano aprendo nel Nord Italia, da Fiat a Ferrari, fino alle grandi fabbriche di vestiti di alta moda e scarpe. La professione di muratore era molto comune tra le persone Pugliesi. Michele pensava di vendere il suo vino nel Nord Italia e, per la seconda volta nella sua vita, lasciò la sua casa con quasi niente.
All’inizio, vendeva il suo vino direttamente alle persone, senza intermediari. Dato che il vino era buono, e dato che molti pugliesi che si erano trasferiti volevano sentirsi a casa, il suo vino fu un successo, e iniziava ad essere richiesto anche nelle enoteche. Questo periodo continuava e la famiglia acquistò casa ad Arluno, una cittadina alle porte di Milano, aprendo un punto vendita. Era circa il 1957, e non essendoci gli aerei, posso solo immaginare i lunghi viaggi su strade dissestate con serbatoi di vino.
Quando arrivò il momento del papà di Giorgio, Fernando, e dello zio, Giovanni, essi entrarono nell’azienda di famiglia e nel 1972 ci fu il primo imbottigliamento. Michele aveva sempre fatto vino con vitigni autoctoni della Puglia, Primitivo, Negroamaro, Malvasia Nera, Verdeca. Nel 2010, ho messo il loro Mjère Rosato 2009 in cima alla lista dei migliori 5 Rosati della Puglia. Ha una buona acidità, che gli dà struttura e dolci aromi di melograno che ho trovato inseparabili con i miei ricordi di giri in bicicletta nella campagna pugliese, fermandosi a raccogliere melograni lungo la strada.
Giorgio è nato ad Arluno, trascorrendo le sue vacanze in Puglia. Recentemente si sta interessando all’azienda di famiglia, ma senza ricevere alcuna spinta da nessuno. Suo papà trascorre circa tre mesi all’anno in cantina e Giorgio lo aiuta quando ne ha bisogno. “Mi piace gestire rapporti con le persone e la vinificazione”, mi ha detto. Non sapevo, prima di andare a trovarlo ad Arluno, che aveva 18 anni.
Quando siamo arrivati, Giorgio ha accolto la mia ragazza, il mio amico Paolo, e me con una degustazione delle annate recenti. Poi è arrivato il papà di Giorgio e abbiamo parlato un po’ in Italiano e un po’ in Inglese. (Nella Foto: Fernando, Io, e Giorgio nella loro enoteca fuori Milano).
Oggi, Mjère Rosso è comune, negli USA, quasi come in Puglia. A Portland, Oregon, sommelier locali e ristoranti rinomati, come Le Pigeon, Nostrana, Oven & Shaker, lo servono al bicchiere, ma è venduto anche nelle enoteche, come Pastaworks.
Il mese scorso, Michele Calò è morto all’età di 84 anni. Aveva cominciato con nulla e ha lasciato il mondo con dei nipoti e una cantina conosciuta a livello internazionale. In Italia, i tempi sono ancora duri, non solo in Puglia, ovunque. Il turismo è in ritardo ed è diffusa la corruzione. Giorgio potrebbe lavorare nell’azienda di famiglia, se lo desidera. Questo significa che possiamo sentire e degustare le tradizioni della famiglia in ogni sorso del loro vino.
Valutazione Mjère Rosso 2008 – Michele Calò & Figli
Voto: 97
Prezzo: $16 (€ 12,00 circa)
Uve: 100% Negroamaro
Dove acquistare: Pastaworks (Hawthorne Blvd)
Breve Recensione: Un grande valore, con la complessità di un vino più invecchiato (più invecchiato del 2008, che è) e la qualità di un vino da $30-$40 della Napa Valley (California).
Secco e corposo, naso di frutti neri, un po’ di vaniglia e rosmarino. Al palato, la frutta si sente, ma è contenuta, e l’effetto finale è di un vino ben equilibrato, con acidità e tannini abbastanza da renderlo un vino ben abbinabile con il cibo. Ho sentito legno di cedro e lavanda, con note di ciliegia secca e chiodi di garofano nel finale. Il vino è morbido, tranne nel finale, che ha una buona amarezza, ed è maturo (pronto da bere adesso). La prima bottiglia che ho acquistato sapeva di tappo e l’ho restituita. Consiglio vivamente di farlo decantare due ore prima di berlo. Dopo aver bevuto questa deliziosa bottiglia, ho dovuto scuotere la mia testa per un prezzo così basso. Questo è tutto riguardo al vino pugliese.
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